Bellunese

Veneziano

Friulano
Analizzando i dati riportati sopra possiamo notare che:
- Per tutti e tre i dialetti i punti focali dei colori base individuati sono molto vicini se non coincidenti (si veda il caso del Grigio per i bellunesi).
- Le frontiere delle zone di colore individuate sono molto variabili ad eccezione di qualche caso, come il Grigio, che nei tre dialetti occupa una posizione similmente circoscritta e, nel caso specifico dei bellunesi, il Ros e il Besc/Marontin/Tera che ha dei confini molto simili in tutti e tre gli intervistati, nonostante sia individuato mediante tre termini diversi.
- Nei soggetti veneziani il Verde e la zona denominata come Asuro/Ceeste/Celeste mostrano frontiere più simili rispetto ai punti focali.
- I colori che i collaboratori dei tre dialetti hanno avuto meno difficoltà a individuare sul Munsell rispondendo al focus task sono stati Giallo, Verde e Blu, mentre quello di più problematica circoscrizione è stato il Viola.
- Tutti i soggetti intervistati hanno circoscritto due zone in alto nel Munsell, una all’estrema sinistra e una all’estrema destra, dove notavano la presenza del colore Rosa (Rosa/Rôse), mentre i due collaboratori veneziani «più anziani», hanno circoscritto una parte più ristretta di Rosa solo all’estrema sinistra del Munsell.
Ciò che possiamo concludere analizzando i dati dei nostri esperimenti è che esiste una sovrapposizione, o comunque un’ampia similarità, tra punti focali nei diversi dialetti e che solo sporadicamente anche le frontiere presentano possibili sovrapposizioni. I dati raccolti attraverso i nostri esperimenti non fanno altro che confermare gli ultimi sviluppi della Teoria dei TBC, arrivata ad una visione capace di abbracciare in un unico modello esplicativo sia l’universalità dei fuochi che la relatività del tracciato delle frontiere, accogliendo così anche l’intuizione di Sapir e Whorf, che avevano evidenziato la stretta corrispondenza tra competenza semantica e percezione cromatica, senza però cadere nel loro ingenuo determinismo.
Il bilancio relativo alla stesura di questo progetto-studio è sicuramente positivo. Abbiamo avuto la possibilità di comprendere, attraverso la ripresa delle tecniche di sperimentazione delineate inizialmente da Berlin e Kay e poi evolutesi nel contesto del WCS, la portata del dibattito sulle caratteristiche del linguaggio, dibattito che rimane aperto e che sicuramente sarà alla base di sviluppi futuri resi possibili dall’avanzamento e dall’implementazione di tutta quella articolata serie di conoscenze in svariati campi (dall’antropologia, alla neurobiologia, alle scienze cognitive) della cui interazione fino ad ora si è nutrito. Grazie a questo progetto di studio abbiamo potuto addentrarci fino a comprendere la complessità di una Teoria che fin dalle origini si è delineata come work in progress, teoria specchio del più ampio dibattito interno alla linguistica, dibattito che anche nel campo della percezione cromatica riflette il mondo più ampio e misterioso del nostro linguaggio, strumento ricchissimo e imprescindibile, che ci permette di essere e manifestarci appieno nel mondo in quanto esseri umani.
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